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I collage i Volkan Diyaroglu sono intrinsecamente legati al resto della sua produzione artistica. La loro ironica e sintetica intelligenza è lo specchio della profusione esplosiva delle sue enormi tele. Ne è la silhoutte, il filtro. Scarnifica fino all’essenziale quello che è il fulcro nevralgico dell’opera dell’artista: il cortocircuito (spazio) temporale. Nelle tele, così come (e forse ancor più) nei suoi collage, Diyaroglu sembra proporre una “preistorica umanità del futuro.” Non è un gioco di parole, perché secondo Volkan “Noi veniamo da dove andremo.” Il futuro e il passato sono nella stessa direzione all’interno della sua opera. Guardare avanti significa guardare alla notte dei tempi, scavarci dentro.
Nei 12 collage proposti da AR / CONTEMPORARY, il presente e il passato, il passato e il futuro, si incontrano attraverso porte, buchi, finestre: tunnel spaziotemporali. Quelli che sono definiti, nella scienza più stretta come anche nella letteratura più fantasiosa, Wormholes. Nelle immagini create, anzi composte, dall’artista, gli spazi/tempi sono collegati da questi passaggi improvvisi di chiara matrice surreale. Mucche, uomini, pesci e mani appaiono o cercano la fuga. Falle perdono acqua. Finestre e armadi segnano la strada, aprendo uno strappo nella realtà. L’ironia e un immediato e bilanciato senso compositivo permeano immagini con il gusto dell’assurdo, ma anche pregne della drammatica ricerca di una fuga, di un ingresso, di un wormhole.
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